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Il biochar: il ciclo virtuoso del carbonio

by 18:28:00 0 commenti

di Serena Geri

Quando si affronta il problema della lotta al cambiamento climatico una delle strategie proposte, oltre alla riduzione delle emissioni di gas serra, è quella del sequestro e dell’immobilizzazione della CO2 (carbon sequestration). Una delle vie percorribili per sequestrare ed immobilizzare l’anidride carbonica è rappresentata dal biochar.

Ma come fa il biochar a sequestrare il carbonio atmosferico?

Le piante sottraggono carbonio dall'atmosfera attraverso il processo fotosintetico
Com’è noto, infatti, esse utilizzano acqua, luce e CO2 per sintetizzare i composti organici necessari alla loro sopravvivenza. Una volta che la pianta muore, parte dell’anidride carbonica che questa ha organicato con il processo fotosintetico torna in atmosfera attraverso la decomposizione della pianta stessa operata dai microrganismi terricoli. Se però i residui vegetali della pianta, anziché essere lasciati sul terreno o interrati, andando così incontro ad una più o meno rapida mineralizzazione (con conseguente rilascio di CO2), vengono indirizzati al processo della pirolisi (combustione in assenza di ossigeno), il carbonio organicato dalla pianta viene convertito in una forma recalcitrante alla mineralizzazione ovvero il biochar. 
Dal momento che il biochar rimuove il carbonio organico dal ciclo della decomposizione della pianta, esso sottrae CO2 dall'atmosfera. Il biochar sequestra circa il 50% del carbonio contenuto inizialmente nei residui vegetali pirolizzati mentre il restante 50% lo si ritrova nel syngas, il gas che si produce durante la pirolisi e che può essere utilizzato come fonte energetica.

Se le fonti energetiche rinnovabili come il solare o l’eolico sono processi carbon neutral, ovvero non comportano emissione di nuova CO2 in atmosfera e non alterano il bilancio del carbonio, il biochar determina invece un bilancio carbon negative in quanto l’anidride carbonica “sottratta” dall'atmosfera con la fotosintesi viene immobilizzata nel terreno attraverso l’interramento del biochar anziché venire mineralizzata (C fissato > C mineralizzato).

Si può allora giungere alla conclusione che il biochar, dal momento che immobilizza C organico che altrimenti andrebbe naturalmente incontro a mineralizzazione, può dare un forte contributo al sequestro a lungo termine dell’anidride carbonica e quindi alla lotta al cambiamento climatico.

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