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Le curiosità di #MercatiErranti: le zucche cinesi?

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(1) Luffa acutangola
Mercoledì 7 ottobre, EXPO Milano, Padiglione UE. Siamo qui per il convegno "@PiantePopoli Portare con sé la biodiversità: piante e popoli che si muovono” organizzato dal CNR. Live-twitting con l’hashtag #MercatiErranti. Alle 14.30 fischio d’inizio con le prime presentazioni degli oratori. E parte il Twitting!

Comincia un fitto intreccio di messaggi con un picco di 300 post nell’arco di tre ore, circa 2 post al minuto. E tante immagini dai mercati rionali di Roma, Palermo, Firenze, Padova, ma anche da luoghi che apparentemente non sono mercati, come la banchina peschereccia del porto di Trani.
Una valanga di immagini su twitter e alcuni filmati in sala mostrano frutta, verdura, carne, pesce, street food, insomma l’intensa e colorata vita dei mercati nella loro accezione più ampia.  Nonostante il mio occhio, quello buono, debba dividersi tra lo schermo del pc e il monitor delle presentazioni, qualche immagine cattura la mia attenzione come farebbe un frenetico pesciolino per un luccio affamato. 
Ne ho girati di mercati e campagne, ma queste sono immagini di piante inusuali sul territorio italiano e mi fanno scattare l’interruttore cerebrale della curiosità sfrenata.

La prima immagine che mi abbaglia è presente nel filmato girato al Mercato Esquilino di Roma da Amate l’Architettura in cui si intervista Ylang. Lui ci racconta che questa zucca è imparentata con le zucche siciliane e i semi arrivano direttamente dalla Cina per essere coltivati a Roma e Aprilia.



Ma le “zucche siciliane” cui fa riferimento Ylang in genere sono Lagenaria siceraria, che nella sua forma allungata, la varietà longissima, viene consumata immatura esattamente come le zucchine.

(2) Lagenaria siceraria
Ma! La Lagenaria non è costoluta.
Di cosa si tratta allora?

Quasi certamente sono delle Cucurbitaceae, la grande famiglia delle zucche, dei cocomeri, dei cetrioli e dei meloni, ma anche dei “caroselli e barattieri” pugliesi. Questi ultimi sono il fossile vivente della prima domesticazione del melone (Cucumis melo), quando il frutto immaturo era consumato come un vegetale, prima che fosse domesticata la tipologia dolce che conosciamo oggi. Domesticazione avvenuta probabilmente in epoca Romana e presumibilmente per introduzione dall’Oriente. In Puglia sono usati al posto dei cetrioli, ma di tutte le forme possibili, nessuna è costoluta. E il mistero s’infittisce.

(3) Caroselli e barattieri pugliesi
Poi, Giulio Pascali posta un’immagine (foto 1) della stessa specie e anche i colleghi di Palermo di @vite2vino la scovano nel mercato di Ballarò.


(4) Mercato Ballarò, Palermo

Potrebbe trattarsi di Trichosanthes cucumerina la cosiddetta zucca serpente? Una specie dai fiori “capelloni”, da cui il nome che significa letteralmente “fiore coi capelli”, ma questa è una pianta tropicale e quasi sconosciuta in Cina.

(5) Trichosanthes cucumerina, zucca serpente
Poi il mio amico Karl, ottimo botanico, lancia un suggerimento: potrebbe essere una Luffa. Chi di noi frequenta le erboristerie o i negozi naturistico-salutistico-cosmetici conosce la “spugna vegetale”, ovvero, quella spugna ottenuta facendo disfare le parti molli di una zucca, appunto, la Luffa cylindrica. La nostra zucca cinese è una sua cugina abbastanza stretta: la Luffa acutangula.
Originaria dell’Asia è alquanto coltivata in Cina e raccolta immatura per essere usata come un vegetale fresco. Se passa di maturazione, la sua struttura diventa più fibrosa, come nella sua parente usata come spugna.
Pare che sia uno degli ingredienti delle ricette vegane, oltre che un cibo a la page usato al posto delle comuni e un poco villane (nel senso latino) zucchine. Insomma, una sorta di zucchina radical chic! La pianta è anche usata a scopo medicinale nei territori d’origine: un decotto delle sue fibre è usato per prevenire i raffreddori, curare le sinusiti e per alleviare i dolori muscolari e dell’artrite.

Crediti:
Immagine di apertura
"Luffa acutangula, Chinese vegetable in a market in Haikou City, Hainan Province, China."
By Anna Frodesiak (Own work) [CC0], via Wikimedia Commons


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